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Il trekking del pellegrinaggio: da Marradi a Stia Seguendo le località ricordate da Campana nel brano dei Canti Orfici “La Verna”, da Marradi è possibile raggiungere Stia con uno straordinario itinerario montano che percorre valli e crinali del Mugello entrando poi nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Da Stia Campana si diresse alla Verna seguendo, probabilmente, il fondovalle del Casentino attualmente poco gratificante da un punto di vista escursionistico. Per questo motivo si è scelto di interrompere il Trekking del pellegrinaggio a Stia.
L'intero percorso può essere diviso in quattro tappe visto che è possibile pernottare a San Godenzo, nelle vicinanze del Passo del Muraglione, a Castagno d'Andrea, a Campigna e a Stia.

1) Da Marradi a San Godenzo

Note introduttive e tecniche

Una vista di Marradi con la neveL'itinerario proposto si snoda inizialmente lungo la valle di Campigno, attraversata spesso da Campana sull'antica mulattiera che oggi corrisponde per lunghi tratti alla stradella asfaltata che collega Biforco a Campigno.
Quest'ultima è scarsamente trafficata e molto interessante per l'ambiente montano che attraversa. Lungo la via è ancora possibile osservare molte delle storiche attività agro-silvo-pastorali (orticoltura, allevamento di pecore e cavalli, taglio del bosco e trasporto del legname con i muli) ancora praticate nella valle. Da Campigno prende quindi il via il tratto più escursionistico, con la salita alle Case Monte Filetto e al crinale appenninico.
Visto che vi sono testimonianze del passaggio di Campana sia da San Godenzo che dal Passo del Muraglione si è reso necessario, dalla località Colla della Maestà, sdoppiare il percorso che porta a Castagno d'Andrea. In un caso si scende infatti a Castagneto e poi a San Godenzo; nel secondo caso si prosegue invece lungo il crinale arrivando subito al Passo del Muraglione (chi vuole, quindi, può compiere l'andata passando da San Godenzo e il ritorno passando per il Passo del Muraglione).
Il dislivello in salita da superare è, in entrambe i casi, di circa 1070 metri e il tempo di percorrenza va dalle 8 alle 8.30 ore di cammino.
L'itinerario è percorribile interamente a cavallo e, con un po' di difficoltà per i lunghi tratti su sentiero, anche in MTB.

Accesso

Marradi è raggiungibile in auto da Firenze o da Faenza tramite la Statale n.302. La cittadina è raggiungibile anche in treno utilizzando la Faentina, bellissimo tracciato ferroviario che tocca alcune delle più importanti località montane del Mugello e della Romagna Toscana.

Descrizione a piedi

Trekking da Marradi a StiaDa Marradi si percorre inizialmente la Statale n.302 in direzione Firenze. Raggiunto velocemente Biforco si prende a sinistra per Campigno, iniziando a percorrere la stradella asfaltata che si addentra sempre più nella valle.
Lungo questa «le rocce e il fiume», come ricorda Campana, giocano un ruolo da protagoniste, le rocce in «strati su strati, monumenti di tenacia solitaria che consolano il cuore degli uomini», il fiume perché «Per rendere il paesaggio, il paese vergine che il fiume docile a valle solo riempie del suo rumore di tremiti freschi, non basta la pittura, ci vuole l'acqua, l'elemento stesso, la melodia docile dell'acqua che si stende tra le forre dell'ampia rovina del suo letto, che dolce come l'antica voce dei venti incalza verso le valli in curve regali: poi chè essa è qui veramente la regina del paesaggio».
Raggiunto Campigno si prosegue ancora sull'asfalto in direzione Farfareta e, poco prima del piccolo centro contadino, si piega a destra lungo una sterrata chiusa alle auto da divieto di accesso (freccia bianco-rossa). Si scende tranquillamente fino a giungere sulle sponde del torrente Campigno che si supera su una passerella metallica. Raggiunta la sponda sinistra del corso d'acqua si transita davanti ad un grande caseggiato e quindi si prosegue sulla via principale che, in netta salita, prende rapidamente quota rispetto alla valle. La prima casa che si incontra, Gattolete, è collocata al margine di un grande e aperto prato da cui è possibile spaziare con lo sguardo sulla sottostante vallata dove appare, con la «povertà delle sue casupole», Campigno. A Gattolete si trascura una via minore sulla destra per proseguire a sinistra sulla sterrata che sale fino ad un sassoso costone.Qui si piega nettamente a destra, continuando a salire (trascurare la via che scende) ed inoltrandosi nel bosco. Effettuato un ampio semicerchio, si giunge in una zona aperta, sulla quale in genere pascolano i cavalli. Qui, seminascoste dall'invadente vegetazione, sorgono i ruderi delle Case Monte Filetto , località ricordata da Campana ma ormai stravolta dall'abbandono. Proseguendo ancora sulla via principale si rientra nel bosco, lussureggiante di frondosi faggi, e si riprende la lenta ascesa lungo la riva sinistra di un torrente, ascesa che precede l'arrivo a Le Fosse.Qui, in un solitario ambiente montano, appare l'antico nucleo abitato che, in questo caso, ha mantenuto intatta la struttura originaria. Struttura, per altro, tipica degli insediamenti sparsi di questo angolo di Appennino. Qui si trova l'acacia «albero caro alla notte» che sa «profilarsi come un chimerico fumo» e il noce, che si trova «davanti alla finestra della mia stanza. Di notte sembra raccogliere tutta l'ombra e curvare le cupe foglie canore come una messe di canti sul tronco rotondo lattiginoso quasi umano». Si gira attorno alle case passando a destra e osservando, in basso, un bel fontanile in pietra. Quindi, su malandata mulattiera, si sale nel bosco e, in breve, si è al crinale. Qui si svolta a sinistra (segnavia bianco-rossi e ora anche gialli del percorso SOFT) mantenendosi sul crinale e superando il Monte Femmina Morta oltre il quale si confluisce sulla pista che sale da Crespino sul Lamone. Trascurato il suo ramo destro si continua dritti e, di lì a poco, si raggiunge il crinale appenninico principale dove si incontra il sentiero n.00 (GEA e Anello principale SOFT).

Marradi, paesaggioSul crinale si svolta a sinistra salendo su Poggio al Tiglio, poi scendendo a La Colla, dove si trova un ricovero di fortuna, e quindi risalendo lungo i fianchi del Monte Giogo di Villore. Qui il sentiero, una modesta stradetta per trattori, diviene assai panoramico sulla valle del Mugello e sulle montagne che devono ancora essere affrontate. Incontrata la sterrata che sale da Villore, la si trascura tenendosi sempre poco sotto il crinale ed arrivando ad una zona prativa dove sorge un verde ripetitore (località Porcellecchi). Qui si trascura una pista a destra e si sale fino ad un importante bivio a quota 1010 m. A sinistra si allontana la sterrata su cui corre il sentiero n.541 CAI e n.20 SOFT. Senza imboccarla, si continua in salita, sulla traccia minore, salendo lungo il crinale e trascurando, poco dopo, altri sentieri segnati che si allontanano a destra e sinistra. Così facendo si arriva sul Monte Peschiena, massima elevazione di questo tratto appenninico, e da qui si continua, ora su sentiero discensivo, nel bosco di faggio. Usciti dal bosco si entra in una zona prativa, si supera un cancello e, rientrati nel bosco, si giunge ad incrociare una larga carrareccia. Attraversatala, si riprende dalla parte opposta il sentiero che, velocemente, porta ad una pista sterrata. Questa va presa dritta arrivando alla Colla della Maestà, dove si incontra la carrareccia della Fiera dei Poggi e dove il percorso proposto si divide.

Percorso basso per San Godenzo

Trekking da Marradi a Stia - La mappaDalla Colla della Maestà un cippo verde illustra i sentieri della zona. Senza imboccare la carrareccia si piega a destra seguendo una larga pista forestale discensiva. Su questa sono visibili i segnavia bianco-rossi CAI. Più in basso i segnavia si allontanano a sinistra mentre la stradella prosegue dritta. Qui conviene tenersi dritti sulla stradella principale (i due percorsi, comunque, si riuniscono più in basso) per scendere prima ai margini del bosco, poi attraverso un aperto prato. La pista, divenuta sassosa, continua a perdere quota, effettua un tornante a destra e, di lì a poco, raggiunge il grande caseggiato di Moia, immerso in un secolare castagneto ancora perfettamente curato. Passati davanti alla casa si supera un ponticello e si arriva al cancello oltre il quale si prende a destra, in discesa, una carrareccia a tratto cementata.
Questa porta, senza possibilità di errore, a Castagneto (nome assai indicativo sulla coltura predominante di tutta la zona) da dove, su stretta lingua di asfalto, si raggiunge la statale del Passo del Muraglione. Su questa si va a destra e, poco dopo, si entra a San Godenzo.

Mugello in a nutshell

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