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  • Lunghezza: 27 chilometri
  • Dislivello in salita: 616 mt.
  • Tempo medio di percorrenza: Ore 4
  • Segnavia: Da San Piero a Sieve n. 19 e  SOFT Anello n. 8, dal Castello del Trebbio  n. 17 e SOFT Anello Principale,  da Tagliaferro n. 00 e SOFT Anello Principale

Il Convento di MontesenarioQuesta tappa della Via degli Dei conduce l'escursionista sui luoghi medicei: alla cinquecentesca Fortezza di San Martino, voluta da Cosimo I de' Medici, al Castello del Trebbio, luogo amato da Lorenzo il Magnifico e  dal 2013 patrimoniodell'umanità  UNESCO, al complesso chiesa-convento  di Monte Senario ingrandito e arricchito da Cosimo I De' Medici nel 1539.

Da San Piero a Sieve si sale alla dominante Fortezza Medicea per poi proseguire, attraversando con attenzione una strada asfaltata, su una strada sterrata  che tra filari di cipressi, in salita,  conduce alla cima del colle  che ospita  il Castello del Trebbio. Da qui si imbocca la stradella che in discesa raggiunge l'abitato di Tagliaferro. Seguendo le indicazioni  che segnalano la Via degli Dei  si imbocca un sentiero che in salita conduce ad una radura denominata "Camporomano". Proseguendo si costeggia la proprietà della poderosa e abbandonata Badia del Buon Sollazzo e  sempre in salita fra pinete si giunge finalmente  al Convento di Monte Senario.   

ABBAZIA DEL BUONSOLLAZZO

L'abbazia  (il cui nome canonico è Sanctus Bartholomoeus de Bono-Solatio, cioè "ben soleggiata") versa in grave stato di abbandono.   La sua fondazione viene fatta risalire a  prima del mille: si dice fu edificata dal marchese Ugo di Toscana che avrebbe avuto proprio in questo luogo una visione infernale che lo fece tornare sulla retta via e lo convinse a convertirsi.

L'aspetto attuale risale al restauro voluto del  1706. Infatti nulla si conosce della struttura architettonica precedente, poiché Cosimo III fece abbattere l'antica chiesa e monastero e li ricostruì secondo le esigenze dei trappisti  Il 2 agosto 1782 fu soppressa dal granduca Pietro Leiopoldo.  Il patrimonio economico ed il monastero furono venduti al marchese Sigismondo Lotteringhi Della Stufa.

 

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