TECNICA
La lunghezza del percorso, 66,4 chilometri, non è straordinaria, ma la doppia scalata del Passo della Futa (dislivello complessivo di circa 1.100 metri) richiede una preparazione di buon livello. Il fondo stradale è generalmente discreto e parte del percorso si snoda nel bosco. Ciò permette di trovare refrigerio nelle calde giornate dell’estate che, d’altra parte, è la stagione più consigliata per una escursione in cui si superano i 900 metri di altitudine (non si dimentichi comunque di portare una mantellina). Infine, le due salite non presentano pendenze proibitive ma, per la loro lunghezza, è bene aver montato sulla bici rapporti leggeri (almeno un 39/25) che consigliamo di utilizzare anche per la prima ascesa, per non rischiare di trovarsi sulla seconda con le gambe “in croce”. Se volete misurarvi con i campioni cronometrando la “vostra” cronoscalata della Futa sappiate che il record è di 25’21”11 stabilito da Francesco Casagrande nel 1995.
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Questa escursione ciclistica parte da Barberino di Mugello. E non è un caso poiché nella sua prima parte il tracciato ripercorre quello di una prestigiosa gara ciclistica che si svolgeva nel Mugello fino a pochi anni fa: la cronoscalata Barberino - Passo della Futa. Per molti anni, i più noti ciclisti, dilettanti e professionisti, si sono infatti sfidati in questa suggestiva scalata.
Partiti dalla piazza centrale del paese, dove si svolge settimanalmente il mercato e si affacciano alcuni dei principali edifici, ci incamminiamo in direzione del Passo della Futa, protagonista anche del Giro d’Italia 2007 nella tappa che da Barberino porta a Fiorano modenese. Usciti dall’abitato e superato il bivio per Montepiano, da cui si dirama la strada per l’impegnativo Passo della Crocetta, il nastro d’asfalto si addentra nel bosco e prende a salire prima dolcemente poi in maniera decisamente più impegnativa. Per giungere al Passo della Futa si superano in sequenza le località di San Gavino, Montecarelli - dove inizia il tratto più duro - Santa Lucia, Monte di Fo e L’Apparita.
Al chilometro 14,5 siamo in cima al Passo della Futa (903 metri sul livello del mare) dove, sul lungo muraglione costruito un tempo per riparare carri e viandanti dal vento, possiamo sostare davanti alla targa che ricorda il grande Gastone Nencini che, durante gli anni ‘50 e ’60, con le sue imprese ha dato lustro e gloria a questa aspra terra di pedalatori. Sulla sinistra la bandiera germanica ci ricorda anche la presenza di uno dei più importanti cimiteri di guerra tedeschi in Italia.
Dopo la scalata del Passo della Futa si prosegue in direzione di Bologna. Inizia un tratto di saliscendi molto accentuato, in parte nel bosco in parte allo scoperto che ci permette di ammirare il panorama maestoso dell’Appennino che si erge e declina verso la valle del fiume Santerno. Superato l’abitato de Il Covigliaio, al chilometro 22,7, invece di proseguire la salita per il Passo della Raticosa svoltiamo a destra in direzione di Firenzuola, la città della ‘pietra serena’, verso cui ci si dirige con ripide picchiate di grande fascino ma non tutte protette da guard-rails.
Al chilometro 28,8 raggiungiamo il fondovalle e svoltiamo di nuovo verso il Passo della Futa che ci accingiamo a risalire da un secondo versante. La frazione di Cornacchiaia (chilometro 31,4) ci indica l’inizio della nuova salita e qui vale la pena fare un nuovo rifornimento d’acqua e, se necessario, mangiare qualcosa, in vista della seconda scalata della giornata. Si prosegue in leggera salita fino al chilometro 32,8, dopodiché la strada si impenna e per 6 chilometri la pendenza non scende mai sotto il 5% con alcune punte intorno al 10%, in particolare dopo Castro di San Martino e Segalari. Bisogna fare qui ricorso a tutte le energie ma anche saperle dosare per non “scoppiare” prima della cima.
Al chilometro 38,7 siamo di nuovo al Passo della Futa e si svolta a sinistra ritornando verso Barberino di Mugello. Tuttavia, non ripercorriamo la stessa strada a ritroso in quanto, a Santa Lucia (chilometro 42,8), svoltiamo a sinistra seguendo l’indicazione per Panna dove si trova l’omonima celebre sorgente di acqua oligominerale (e non è l’unica di questa zona ricca di acqua). É un saliscendi dentro e fuori dal bosco che nell’ultima parte diviene discesa vera e propria, anche ripida. Il panorama è splendido e la quasi totale assenza di auto fa sì che possiamo davvero farci cullare dalle curve che ci portano al fondovalle.
Al chilometro 50,9 raggiungiamo infine la frazione di Galliano e proseguiamo, nel mezzo della pianura scoperta, in direzione di Barberino. Prima di giungere al punto da cui eravamo partiti abbiamo ancora la possibilità di ammirare il lago di Bilancino, un invaso che, completato alla fine degli anni ’90, ha cambiato la fisionomia di questa parte del Mugello divenendo al tempo stesso una grande attrattiva e un’opportunità economica significativa per il territorio, oltre che una strategica riserva d’acqua per l’intera provincia. Al bivio con la strada regionale 65 quindi svoltiamo a sinistra ma dopo poche centinaia di metri, ad una rotonda, giriamo a destra in direzione di Barberino. Una piccola rampa ci immette in una breve galleria (apertura nel 2007) e in una strada che costeggia tutto il lago dal lato sud. Il traffico scarso e l’assenza di tratti impegnativi ci permette di gustare appieno questo scorcio di Mugello che sta cambiando ma che sembra ancora fortemente legato alla sua storia agreste.
A Barberino di Mugello giungiamo infine dopo 66,4 chilometri che ci hanno permesso di conquistare un passo appenninico caro al ciclismo e di ricalcare le orme di tanti eroi di questo sport così massacrante ma anche così carico di fascino.
DA VEDERE!
BARBERINO MUGELLOBorgo medioevale sorto ai piedi dell’antico Castello dei Cattani. Nel centro storico si trovano il PALAZZO PRETORIO, l’antica CHIESA DI S. SILVESTRO, bei palazzotti signorili e nella piazza è visibile un LOGGIATO QUATTROCENTESCO attribuito a Michelozzo.
Nei dintorni è consigliata la visita alla splendida VILLA DI CAFAGGIOLO, residenza di Lorenzo il Magnifico.
Comune di Barberino di Mugello:
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fax 055/8477299
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