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Da Barco a Palazzuolo sul SenioCampana, in compagnia dell'Aleramo, giunse a Casetta di Tiara sicuramente attraversando la splendida Val d'Inferno e quindi rientrò, sembra da solo, a Marradi a piedi con un lungo percorso facendo tappa a Palazzuolo sul Senio. Il suo smisurato desiderio di vagabondaggio, gli faceva amare quei soleggiati crinali e quelle boscose vallate, quei rocciosi banchi di arenaria e i verdi pascoli dell'Appennino, quei borghi seminascosti tra le mille pieghe del movimentato territorio e le isolate case montane molte delle quali, dopo decenni di abbandono, oggi stanno lentamente tornando all'antico, rustico splendore.

Il percorso proposto richiede circa 11 ore di cammino e per questo motivo è opportuno dividerlo in due tappe, pernottando a Palazzuolo sul Senio, che si trova circa a metà percorso.

 

1) Da Barco a Palazzuolo sul Senio

Note introduttive e tecniche

La Badia di MoschetaIl percorso rappresenta una sintesi di quanto di meglio possa offrire questo angolo di Appennino: antichi luoghi di culto (Badia di Moscheta, Santuario di Acquadalto) , borghi montani che hanno mantenuta intatta la loro originale architettura (Casetta di Tiara, Campanara), decine di isolati e storici poderi, grandiosità geologiche e naturali (in particolare la Valle dell'Inferno e le stratificazioni arenacee del Cimon della Bastia). Il dislivello in salita da superare è di circa 700 metri e il tempo necessario per percorrere l'intero tracciato va dalle 7 alle 8 ore di cammino. Il percorso non è effettuabile a cavallo e MTB per lo stretto e a tratti scosceso sentiero che attraversa la Valle dell'Inferno.

Accesso

Barco si trova lungo la statale n. 503 che da Firenze porta a Firenzuola, poco sotto il Passo del Giogo.

Descrizione a piedi

Da Barco si scende con la statale verso Firenzuola e, in breve, si raggiunge Rifredo.Qui, a destra, parte la strada per Badia di Moscheta, stretta lingua di asfalto che prima scende sul fondovalle del Veccione e poi scorre quasi in piano fino a raggiungere la celebre Badia. Davanti al sacro edificio si svolta a sinistra e, sempre tenendosi sulla via principale, si attraversa un bosco di abeti scendendo ad un ponte. Poco prima di questo un'evidente freccia segnala il sentiero, a destra, per la Valle dell'Inferno (segnavia GEA e SOFT). Questo supera il Molino del Veccione ed entra subito nella valle, nel primo tratto ancora larga. Poi, via via che si penetra nel profondo solco, le pareti intorno si stringono mettendo a nudo, spesso, i potenti strati di arenaria che ne costituiscono l'ossatura. Superato un rudere e numerosi torrentelli si arriva a Case Val d'Inferno, ormai in abbandono ma non completamente cadenti, che per secoli rappresentarono un vero e proprio avamposto dell'uomo nella più solitaria natura. Dalle case il sentiero riprende a scendere e, aggirato un costone, entra nella valle del Torrente Rovigo. Il sentiero termina confluendo su una pista sterrata da prendere dritta, trascurando il ponte a sinistra. Questa sale e, poco dopo, la si lascia per andare a sinistra e superare, su ponticello pedonale, il Rovigo.
Quindi si sale a delle case coloniche ristrutturate (località Porcia) transitando in mezzo a queste e poi proseguendo sulla larga mulattiera che, in netta salita, si dirige verso Casetta di Tiara. Si supera un'antica maestà, si compiono alcuni tornanti nel bosco di castagno e infine si sbuca davanti alla chiesa di Casetta di Tiara .
Qui si svolta a destra, si attraversa il piccolo centro montano e poi si prosegue su una carrareccia che sale in un secolare castagneto dove si possono osservare esemplari arborei dall'enorme diametro.
Da Barco a Palazzuolo - La schedaLa via sale ripida e raggiunge una cappellina (ottima come punto di sosta, essendo splendidamente posizionata in un praticello soleggiato) da dove si continua, ora in salita meno pronunciata, mantenendosi sempre sul crinale. Si toccano così le Case Mengacci e Campo Rinaldi, continuando sempre sulla pista principale, spesso percorsa anche dai cavalli qui allevati allo stato brado. Si superano in successione due gruppi di ruderi e, con un roccioso tratto, si arriva al crinale principale, sotto Poggio Roncaccio, dove si incontra il sentiero n. 701 che proviene dal Passo della Sambuca e che si dirige verso Valmaggiore (il sentiero ricalca un'antica strada di crinale che rappresentò, fino al secolo scorso, la miglior via di collegamento tra l'Appennino e la pianura romagnola). Su questo si svolta a sinistra (indicazioni su una colonnina verde) aggirando Poggio Roncaccio e poi giungendo sotto il Cimon della Bastia (località citata dalla stessa Aleramo nella lettera del 15-17 settembre). Qui, ad un importante bivio di sentieri, si lascia il tracciato principale per prendere a destra la via che scende verso Palazzuolo sul Senio (indicazioni del sentiero n. 607 CAI e n. 16 SOFT). Questa via con splendidi panorami sull'interminabile sovrapporsi delle montagne romagnole, passa lungo gli scoscendimenti orientali del Cimon della Bastia, la più bella e rupestre montagna della zona. Quindi, oltre il Monte Ferioli, scende ripidamente sulle cosiddette “Scale di Lotro” per poi arrivare ad un bivio. Ora si può decidere se scendere a Campanara oppure tenersi a sinistra e passare poco sopra il modesto abitato (da segnalare che la chiesa di Campanara, risalente almeno al XIV secolo ma rifatta nel 1684, presenta un bel campanile cuspidato e aperto in bifore ed è situata lungo un vecchio percorso probabilmente medievale, se non più antico).
Mantenendosi sempre lungo il sentiero segnato si tagliano, in piano, i versanti del Monte Castellaccio di Tana, si tocca il Monte dell'Incisa e poi, sempre su crinale, si scende progressivamente fino a sbucare sulla statale poco a valle del Santuario di Acquadalto. Prendendo l'asfalto a sinistra in breve si raggiunge Palazzuolo Sul Senio.

Mugello in a nutshell

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